In caso di pandemia, come abbiamo potuto sperimentare, l’igiene costituisce la prima e spesso l’unica linea di difesa per limitarne la diffusione. Inoltre, previene le infezioni e di conseguenza contribuisce alla riduzione dell’uso di antibiotici.
Igiene tuttavia non significa eliminare microbi e batteri ovunque essi siano: la scienza del microbioma ci mostra oggi come i milioni di microbi che vivono attorno e dentro noi (il microbioma umano) siano essenziali alla nostra vita, come lo è il nostro fegato per esempio.
La mancata esposizione ai microbi nei nostri ambienti, necessaria per sostenere un microbioma sano e diversificato, è sempre più associata alla diffusione di malattie allergiche e autoimmuni, come infiammazioni intestinali o diabete di tipo 1.
Un’altra fonte di confusione deriva dal fatto che i germi “buoni” e “cattivi” vengono spesso rappresentati in maniera “spaventosa”, come se dovessero essere sempre “snidati e annientati”. La verità è che la maggior parte dei germi che si trovano nelle nostre case sono innocui.
Evitare il nostro mondo di microbi non è quindi la scelta più giusta.
Per garantire l’igiene non serve un ambiente sterile (impossibile da ottenere e mantenere), ma occorre combattere i germi pericolosi, laddove si presenti un rischio di contaminazione e quindi una situazione di pericolo.
Non si tratta di essere meno puliti, ma semplicemente di concentrare le nostre pratiche igieniche nei posti e nelle occasioni dove i batteri pericolosi più probabilmente si diffondono (quindi dove c’è un rischio).
Ad esempio, quando si prepara da mangiare, si starnutisce o tossisce, si curano gli animali domestici, si toccano rifiuti o quando un membro della famiglia è malato, le vie di diffusione sono le mani, le superfici a contatto con le mani, le superfici a contatto con il cibo e spugne o strofinacci usati per le pulizie. É qui che le pratiche di “igiene mirata” si devono focalizzare. Durante lo svolgimento di tutte queste attività risulta quindi di fondamentale importanza igienizzare tutti i punti di contatto, dalle proprie mani con acqua e sapone alle superfici coinvolte, utilizzando appositi detergenti per rimuovere i batteri.
Nei casi più critici è possibile agire nei diversi ambienti attraverso l’utilizzo di disinfettanti e tramite lavaggio ad alta temperatura, garantendo allo stesso tempo un utilizzo mirato e quindi sostenibile dei prodotti disinfettanti, interrompendo così la catena dell’infezione.
Giorgio Dal Prato
Presidente Federchimica Assocasa