Durante un periodo di riposo forzato dovuto a una brutta caduta in bici, lesse molto: a colpire la sua attenzione fu in particolare una ricerca sull’orso polare.
Apprese che, durante il letargo, i ribosomi dell’orso si «impacchettano» in modo da rimanere integri fino al risveglio primaverile, quando per tornare a vivere c’è bisogno di molte nuove proteine. E così, traendo spunto da ciò che accade agli orsi polari, nel 1980 produsse un cristallo di ribosoma, il primo al mondo.
Ma il suo lavorò non si limitò a questo: i raggi X infatti danneggiano i cristalli rendendoli inutilizzabili. Seguirono perciò anni di intenso lavoro e lunghe trasferte in giro per il mondo fino ad arrivare, nel 1987, alla messa a punto della crio-cristallografia, un processo di raffreddamento dei biocristalli che riduce i danni da raggi X.
Grazie a questo risultato Ada diede un importante contributo all’intero campo della biologia strutturale.
Nel 2009 venne insignita del Premio Nobel per la chimica: la prima donna israeliana a raggiungere un riconoscimento così importante in campo scientifico!
Nessuno avrebbe puntato su di lei, eppure Ada non ha mai smesso di crederci. Un esempio di grande coraggio, come scienziata e come donna.